domenica 16 dicembre 2007

Corto Maltese - Una ballata del mare salato

Comincio il viaggio con la prima opera che ha visto il marinaio con l’orecchino attraversare il mare, un mare caldo dei tropici, un mare, come tutti i mari, salato…

Una ballata del mare salato è un eccezionale romanzo a fumetti, scritto e disegnato da Hugo Pratt nel 1967 in completa libertà espressiva. Affresco del passaggio all’adolescenza di Pandora e del cugino Cain, si svolge fra il 1913 ed il 1915, sullo sfondo di un’insolita Prima Guerra Mondiale combattuta nell’Oceano Pacifico.
Nella Ballata debutta il romantico marinaio Corto Maltese, qui in veste di pirata, destinato a divenire una delle più straordinarie icone fumettistiche mondiali.

Parlare di un fumetto come Una ballata del mare salato non è mai cosa facile. Un po’ perché sull’opera più celebre di Hugo Pratt è già stato detto tutto e forse anche di più, un po’ anche perché si rischia di sbagliarne l’approccio. L’errore più comune che potrebbe compiersi è per esempio quello di commentare storia e disegni in maniera separata. Se questo è vero per qualsiasi fumetto, forse per la storia con la prima apparizione di Corto Maltese lo è ancor di più. Perché in questo immenso e fantastico viaggio tra le isole dei mari del Sud sono i disegni a raccontare e a volte anche i testi a illustrare.
Per esempio il personaggio di Corto a livello grafico sembra ancora molto incerto nei lineamenti, soprattutto nelle prime pagine, per poi andare pian piano delineandosi meglio. Ma già dalle prime sue battute capiamo chi sia veramente e quale tempra lo caratterizzi. Per non parlare dei tratteggi e dei neri che da soli bastano a riempire le tavole e a rallentare i ritmi di lettura.
Sullo sfondo della Prima Guerra Mondiale, pagina dopo pagina i personaggi sembrano sfuggire al controllo di Pratt, che dal canto suo li lascia liberi di crescere autonomamente fino ad arrivare a incantare il lettore. Del resto anche Uberto Eco, in uno degli articoli posti in apertura di volume, giunge a ipotizzare che i personaggi di Pratt siano più colti del proprio creatore. Un’opera del genere deve assolutamente far parte di qualsiasi libreria proprio come un classico della letteratura. Già con la prima serie de
I Classici di Repubblica, Una ballata del mare salato era giunta nelle case di circa un milione di italiani, ora con l’esordio di questa nuova collana allegata al settimanale L’Espresso vi ritorna in un’edizione più fastosa, a partire dal formato. A prescindere dalla comunque lussuosa cartonatura, il primo dato a venire all’occhio sono le dimensioni che restituiscono alla storia la sua originale impostazione, dato che l’edizione precedente dei Classici era quella rimontata con meno strisce per tavola. Unica nota stonata forse è la colorazione, non realizzata da Pratt e che, sebbene realizzata con cura, a volte finisce per risultare invadente (per la cronaca, è stata realizzata da Patrizia Zanotti, ex compagna di Pratt, con il consenso dello stesso autore). In apertura di volume troviamo poi delle interessanti analisi dedicate a Corto e a Pratt a opera di firme prestigiose come il succitato Eco (il cui pezzo non è però inedito), Vittorio Giardino, Oscar Cosulich e Luca Boschi. Gli articoli poi sono corredati da illustrazioni preziose, come gli acquerelli di Pratt facenti parte della mostra intitolata Periplo Immaginario. Chiudiamo infine con una certezza, ovvero quella che questa avventura in Oceania sia solo la prima di una serie di tappe di un viaggio in un’immaginario affascinante, complesso e probabilmente anche unico.

Andrea Antonazzo [05-01-06]


Sarà. Nella sua breve nota introduttiva all'edizione del 1991 della Ballata del mare salato, Hugo Pratt dice che il suo interesse per i mari del Sud nasce da Laguna blu di de Vere Stackpoole - e la memoria corre al film omonimo, che si svolge nelle Figi, ma che proprio non farebbe pensare a Corto Maltese. Comunque può darsi, e Thomas Merton diceva di esser divenuto cattolico leggendo l'apostasia di Joyce in A Portrait of the Artist as a Young Man. Ma io non mi fido degli autori, che sovente mentono. Mi fido solo dei testi.
Ora, i personaggi della
Ballata leggono altri libri. A un certo punto Pandora appare dolcemente appoggiata all'opera omnia di Melville, e Cain legge Coleridge, autore di un'altra ballata, quella del 'Vecchio Marinaio'. Tra l'altro la legge in traduzione italiana e la trova, come Melville, a bordo di un sottomarino tedesco (fa parte della biblioteca di Slutter, che lascerà a Escondida, dopo la sua morte, anche un Rilke e uno Shelley, Cain peraltro in chiusura citerà Euripide).
Se si calcola che Cranio ha fatto pratica legale presso un avvocato indiano di Viti Levu e discute di mitologia maori e sociopolitica melanesiana con la sicurezza di una Margaret Mead, occorre dire che i personaggi di Pratt sono molto più colti di lui...

Umberto Eco

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